25 Giu 2020

Lombardia: Termometro del contagio economico n.4

CoVid-19

“Un equilibrista che si muove lungo una fune”: questa è l’immagine che evoca l’OCSE nell’Economic Outlook di giugno per tracciare il cammino estremamente incerto dell’economia mondiale in quest’anno di pandemia. Prendiamo in prestito questa figura per delineare la lenta, progressiva e cauta ripartenza dell’economia lombarda, ora che il culmine della crisi sembra essere stato superato.

 

Una difficile risalita

Fotografiamo, dunque, il quadro più recente, domandandoci prima di tutto a che punto della risalita della fune è la Lombardia. Come abbiamo già commentato in precedenza sul Global Watch ISPI, dagli inizi di maggio con l’allentamento del lockdown tutti gli indicatori ‘soft’ che monitoriamo con cadenza settimanale, se non addirittura giornaliera, hanno iniziato a registrare i primi segnali di ripresa dell’attività produttiva, per poi acquisire maggiore velocità nel corso del mese di giugno. Ma anche gli ultimi numeri confermano che in Lombardia questa accelerazione rimane inferiore a quella sperimentata nella media italiana e, soprattutto, che i livelli di attività rimangono molto bassi rispetto al pre-COVID. Queste evidenze, connesse con l’accumulo scorte in atto e le deboli prospettive degli ordini secondo le imprese, ci portano a supporre che lo shock non sarà riassorbito in tempi rapidi.

 

Gli indicatori sullo stato dell’economia

Più nel dettaglio, i dati che più approssimano l’attività economica rimangono a giugno con segno negativo nel confronto con il 2019. Il traffico dei veicoli pesanti sulle tangenziali milanesi, infatti, segna ancora un -8% nell’ultima settimana di giugno rispetto ai livelli di un anno fa (era -28% all’inizio della fase 2 e -13% a fine maggio).

 

Fig. 1 Traffico di veicoli pesanti sulle tangenziali milanesi

(var.% rispetto alla stessa settimana 2019)

 

Anche gli spostamenti per motivi di lavoro, pur in aumento, restano in un quadro di consistente flessione: -32% a fine giugno in Lombardia rispetto a inizio 2020, dopo il -46% rilevato da Google Maps a metà maggio. Qui è interessante evidenziare che il recupero nel totale Italia è leggermente superiore: -28% a fine giugno da -42% a metà maggio. Allo stesso modo, il traffico dei veicoli leggeri sulle tangenziali milanesi a fine giugno si assesta al -22% su base annua, comunque in decisa risalita dal -48% di metà maggio.

 

Fig. 2 Mobilità per e da i luoghi di lavoro – Google Maps

(var.% rispetto allo scenario baseline del periodo 3 gennaio-6 febbraio 2020)

 

Al contrario, la mobilità delle persone intesa nel complesso appare oggi tornata più vicina ai ‘livelli normali’ pre-lockdown, così come emerge dal monitoraggio di fine giugno condotto da Enel X sugli spostamenti all’interno dei confini regionali.

 

La fiducia di imprese e famiglie

L’economia lombarda risale dunque lungo la fune della ripresa, ma questa appare più ‘spessa’ per le famiglie che per le imprese. Le valutazioni formulate dalle imprese sulla ripartenza avviata rimangono infatti estremamente caute e più negative nel Nord-Ovest rispetto alla media italiana. Nonostante a giugno si registri un aumento dell’indice di fiducia delle imprese in tutti i settori, il crollo record registrato a marzo non è ancora recuperato: rispetto a febbraio l’indice del manifatturiero ha ancora un ampio gap di -19 punti in Italia e -23 nel Nord-Ovest, nei servizi addirittura di -47 e -37 punti rispettivamente.

Invece i consumatori, e quindi le famiglie, continuano a mostrarsi più positivi: la fiducia cresce a giugno di 6 punti percentuali nel Nord-Ovest, riportandosi sui livelli di marzo, pur con un differenziale rispetto a inizio 2020 ancora consistente e pari a circa -10 punti (ma appunto ben più ridotto di quanto rilevato per le imprese).

Sulle attività economiche soffia il vento avverso della domanda che stenta a ripartire, sia sul mercato interno sia soprattutto su quello estero. Nel solo mese di marzo la battuta d’arresto delle esportazioni lombarde ha determinato una contrazione pari al -13,1% tendenziale, che in valore equivale a una ‘perdita’ di 1,5 miliardi di euro di vendite internazionali, con crolli particolarmente sostenuti per Milano (-6,5%, -246 milioni di euro), Brescia (-17,7%, -261 milioni) e Bergamo (-17,5%, -251 milioni): tre province che ricoprono un ruolo primario nell’economia regionale.

Le valutazioni dei consumatori al momento sono assai più negative con riferimento alle condizioni economiche del Paese rispetto ai giudizi sulla propria condizione famigliare. È una situazione che riflette anche la tenuta, per ora, degli indicatori del mercato del lavoro, su cui incidono il blocco dei licenziamenti e la massiccia attivazione di ammortizzatori sociali. Ricordiamo, infatti, che ad aprile e maggio in Lombardia sono state autorizzate 295 milioni di ore di cassa integrazione, sfiorando in soli due mesi il monte ore dell’intero anno 2010, picco della Grande Crisi.

 

Per approfondimenti:

https://genioeimpresa.it/dossier/2819/leconomia-della-lombardia-nel-confronto-nazionale-ed-europeo-luglio-2020/

Pubblicazioni

Vedi tutti

Corsi correlati

Vedi i corsi
Not logged in
x