3 Set 2021

Giappone: Suga lascia, si cerca un nuovo premier

LDP

Con l’annuncio di oggi volge al termine la breve esperienza da primo ministro di Suga Yoshihide, durata appena un anno. “Ho deciso di concentrare le mie energie sulle misure anti-Covid” ha detto Suga – il Giappone ha appena passato la soglia dell’1,5 milioni di contagi – dichiarando così di ritenere non più possibile conciliare tale impegno con la campagna per le primarie alla presidenza del Partito Liberal-Democratico (LDP), in programma per il 29 settembre. In quanto partito maggioritario di governo, tradizionalmente il presidente dell’LDP diventa anche il primo ministro.

La stella di Suga era già in declino da diverso tempo. Da un lato, l’indice di gradimento del primo ministro negli ultimi mesi era apparso in costante calo, per diverse ragioni: una campagna vaccinale partita a rilento, l’impopolare decisione di procedere con le Olimpiadi nonostante la pandemia e gli scandali che avevano macchiato la sua figura pubblica sono solo alcuni dei motivi della sua bassa popolarità. A indicare questa tendenza non erano solo i sondaggi dei giornali, ma anche il voto degli elettori: nelle elezioni suppletive per la Dieta (il parlamento giapponese) tenutesi ad aprile in tre circoscrizioni l’LDP non era riuscito a far eleggere nessun candidato, nemmeno nella prefettura di Hiroshima che era considerata un feudo del partito. In retrospettiva però il chiodo sulla bara è stato messo dalle elezioni amministrative di Yokohama, la seconda città del paese, tenutesi a fine agosto e perse dal candidato appoggiato dal primo ministro. Quest’ultima elezione ha rappresentato un vero punto di svolta per la sorte di Suga, che ha iniziato la propria esperienza politica entrando nelle strutture locali dell’LDP di Kanagawa (la prefettura dove si trova Yokohama) e che tutt’oggi ne detiene il seggio in parlamento.

L’altro grande problema per la sopravvivenza di Suga è stato il rinascere dei conflitti tra le fazioni interne all’LDP, dopo la pace imposta durante l’amministrazione di Abe Shinzo. Privo di una propria fazione di appartenenza, nel settembre dell’anno scorso Suga era stato scelto come successore di Abe in quanto uomo della continuità sul quale tutte le fazioni del partito avrebbero potuto concordare. Nei mesi successivi, tuttavia, era diventato evidente che Nikai Toshihiro, il segretario generale dell’LDP, e la sua fazione avevano assunto una influenza preponderante nel nuovo governo provocando grossi malumori tra gli altri maggiorenti del partito. Da questa primavera, il gruppo delle cosiddette “3A" composto da Abe Shinzo, Aso Taro e Amari Akira aveva iniziato a mostrare allarmanti segni di insofferenza verso la gestione del partito di Suga-Nikai.

Tuttavia, fino a due settimane fa sembrava ancora possibile per Suga mantenere il timone dell’LDP dopo le primarie autunnali e presentarsi così alle elezioni parlamentari previste per fine ottobre da una posizione di forza. Nei sondaggi Suga e il partito erano in calo, e forse la coalizione di governo tra LDP e il partito buddhista Komeito avrebbe potuto perdere seggi, ma un’opposizione divisa e incerta era comunque una garanzia per mantenere la maggioranza in parlamento. Le elezioni locali di Yokohama hanno ribaltato questa prospettiva, soprattutto in virtù del fatto che l’alta affluenza aveva favorito il candidato dell’opposizione. Ciò ha suonato un campanello d’allarme nell’LDP, le cui vittorie elettorali a livello nazionale dell’ultimo decennio si sono basate tutte sulla bassa affluenza.

A questo punto la combinazione tra primarie dell’LDP a settembre ed elezioni parlamentari a ottobre è scoppiata tra le mani di Suga.

A contendere la candidatura del primo ministro per la carica di presidente del partito si candida a fine agosto Kishida Fumio, capo di una fazione dell’LDP ma in buoni rapporti con Abe. Kishida aveva già corso l’anno scorso per la presidenza del partito e in generale non è più considerato un nome forte ma la sua entrata nelle primarie ha acceso la miccia. Kishida ha infatti promesso di rimpiazzare Nikai – ormai largamente inviso all’interno del partito per la sua eccessiva influenza e per il sostegno a un primo ministro impopolare – se dovesse diventare presidente, e secondo alcune fonti giornalistiche sembra che Abe abbia espresso un vago apprezzamento per la candidatura di Kishida senza però avvallarla esplicitamente.

Da lì gli eventi si sono mossi in rapida sequenza. In un incontro tra Suga e Nikai lunedì sera, i due si sono accordati per ridistribuire le cariche ai vertici del partito e del governo prima delle primarie, sperando così di guadagnarsi il favore dei maggiorenti del partito. I quali però sono rimasti largamente in silenzio, mentre molti giovani parlamentari hanno apertamente criticato la proposta come una manovra per salvare Suga invece che per ridare slancio all’LDP in vista delle elezioni di ottobre, nelle quali molti di loro rischiano di perdere il proprio seggio in parlamento. Suga ha anche accarezzato l’idea di indire elezioni anticipate a settembre e rinviare le primarie a ottobre, forse nella speranza di poter risollevare il proprio indice di gradimento dopo il rimpasto e conseguire così un buon risultato elettorale da presentare alle primarie. Ipotesi molto azzardata e presto abbandonata da Suga stesso, anche dietro pressione degli altri membri del partito. Nel frattempo, il rimpasto si è de facto trasformato in un voto di fiducia sul primo ministro: nonostante Suga mirasse a dare posizioni di rilievo a esponenti giovani e popolari del partito, appare chiaro che l’annuncio di ritirarsi dalle primarie significa che il rimpasto non abbia attratto l’interesse di nessuno degli attori influenti chiave all’interno dell’LDP.

Dopo l’ammissione di sconfitta da parte di Suga, nel partito si sono aperte nuove praterie. Infatti a poche ore dalle indiscrezioni Kono Taro e Ishiba Shigeru, i due membri del partito più apprezzati nei sondaggi e non casualmente quelli che Suga sperava avrebbero accettato l’invito a prendere parte al suo rimpasto, hanno espresso l'intenzione di candidarsi e sfidare Kishida.

Ishiba è un capo-fazione ed ex segretario generale dell’LDP. Negli anni scorsi ha già provato più volte a candidarsi come presidente, senza mai riuscire a raccogliere molti consensi nel partito al di fuori della propria fazione nonostante il largo seguito di cui invece gode nel paese. Appare difficile al momento interpretare quali siano i suoi obiettivi: nell’ultimo anno è stato largamente lontano dai riflettori e le sue probabilità sono molto basse. Kishida da parte sua appare anche lui un candidato abbastanza debole, incapace di attrarre vasti consensi sia nel partito che nel paese: nonostante il suo contributo sia stato fondamentale a far saltare Suga, difficilmente potrà avere l’occasione di guidare il partito. Colui che invece ha le maggiori probabilità di vincere le primarie e guidare l’LDP nelle prossime elezioni è Kono. Giovane membro di una delle grandi fazioni del partito e molto attivo sui social e apprezzato dal pubblico, Kono è da tempo indicato come un possibile astro nascente del partito. A gennaio, infatti, Suga l’aveva prescelto come responsabile per l’esecuzione del piano vaccinale anti-Covid, sperando così di cooptarne la popolarità.

L’atmosfera politica a Tokyo è molto fluida e le voci si rincorrono, per cui molto potrebbe ancora cambiare da qui al 29 settembre. Per capire cosa succederà bisognerà attendere le reazioni dei capi-fazione e osservare da vicino la campagna dei candidati alle primarie.

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