19 Mag 2021

Giappone: dilemma olimpico

Daily focus

Mancano poco più di due mesi alle Olimpiadi di Tokyo e si moltiplicano gli appelli alla cancellazione dei Giochi di fronte alla pandemia. Ma non è così semplice come sembra.

 

A meno di dieci settimane dall’inizio delle Olimpiadi di Tokyo, rinviate un anno fa a causa della pandemia di Coronavirus, la situazione in Giappone si fa preoccupante. Il paese sta attraversando un’ondata di contagi e infezioni tale che l’associazione dei medici di Tokyo ha esortato il Comitato olimpico nazionale (Joc) a cancellare i Giochi previsti per questa estate. “La cancellazione di un evento che ha il potenziale di aumentare in modo esponenziale i contagi da Covid e le vittime della malattia è la cosa più giusta da fare” osserva un comunicato sottoscritto da 6mila medici della capitale, che era stato preceduto da un’analoga sollecitazione del sindacato nazionale dei medici giapponesi, la scorsa settimana, che aveva definito l’evento ‘impossibile’ da realizzare in queste condizioni. Anche se i decessi causati dal virus hanno registrato percentuali minori rispetto ad altri paesi, circa 11.500 da inizio pandemia, la campagna vaccinale nel paese prosegue molto a rilento. I motivi sono diversi: lentezze burocratiche e un sistema di prenotazioni è collassato pochi giorni fa, ma soprattutto la mancanza di personale medico in grado di somministrare l’unico vaccino autorizzato ad oggi, quello della Pfizer. Risultato? Finora in Giappone è stato vaccinato il 2% della popolazione e nel sondaggio del quotidiano Yomiuri Shimbun, quasi il 60% delle persone si è detto a favore della cancellazione dei Giochi Olimpici, la cui cerimonia di apertura è prevista per il 23 luglio

 

 

Chi può cancellare i Giochi?

L’ipotesi di una cancellazione preoccupa i vertici del paese: se la governatrice della città di Tokyo, Yuriko Koike, non si è ancora espressa su una petizione che ha raccolto più di 350 mila firme per chiedere di fermare i Giochi, il premier Yoshihide Sugaconvinto sostenitore dell’evento – è apparso per la prima volta scoraggiato: “Non ho mai messo le Olimpiadi prima della salute delle persone” ha detto rispondendo alle critiche, e lasciando intendere che la decisione di una cancellazione finale spetta al Comitato Olimpico Internazionale (Cio). In base all’accordo tra la città ospitante e il Cio, infatti, è quest’ultimo che può – per validi motivi – decidere di cancellare l’evento. Se fosse invece il Giappone ad annullare unilateralmente il contratto, fallimenti e perdite non coperte dalle assicurazioni ricadrebbero sul comitato organizzativo nazionale. Ma, per ora, il Cio sembra intenzionato a procedere e il governo di Tokyo è all’impasse. Inoltre, l’indotto delle Olimpiadi porterebbe una boccata d’ossigeno all’economia nipponica in affanno: da gennaio a marzo 2021, il prodotto interno lordo del Giappone è calato dell’1,3% rispetto al trimestre precedente. L’economia si è contratta a un tasso annuo del 5,1% rispetto al trimestre precedente a causa della diminuzione della spesa, pubblica e privata, registrando il peggior calo dal 1955.

 

Un danno d’immagine?

Il danno per un’eventuale cancellazione delle Olimpiadi, però, non riguarderebbe solo costi e mancati introiti. In ballo c’è l’immagine del Giappone: fin dall’assegnazione da parte del Cio, il paese aveva costruito attorno ai giochi di Tokyo 2020 (poi posticipati al 2021) una narrativa fatta di simbologia e riscatto. L’evento era stato presentato dal governo come i “Giochi della rinascita” dopo il terremoto del 2011, lo tsunami e il disastro di Fukushima, tornato d’attualità per il progetto relativo allo sversamento nel Pacifico di acqua contaminata impiegata per raffreddare i reattori danneggiati nell’incidente nucleare. Una sorta di evento-bandiera per dimostrare che ‘Japan is back’. Senza contare che a livello regionale l’annullamento avrebbe il sapore di uno smacco: il grande rivale asiatico, la Cina, ha ospitato una grande Olimpiade nel 2008 e si prepara ad ospitare i Giochi invernali nel 2022, già in calendario. Nella storia delle Olimpiadi moderne, ci sono state solo tre edizioni in cui i Giochi sono stati cancellati: nel 1916, nel 1940 e 1944. In tutti e tre i casi a causa delle due guerre mondiali.

 

Giochi a porte chiuse?

“Ovviamente voglio che le Olimpiadi si tengano – ha detto la tennista Naomi Osaka, stella dello sport giapponese – ma penso anche che stiano succedendo così tante cose importanti e gravi e che la sicurezza delle persone debba essere messa al primo posto, cosa che penso sia fin da ora”. Nella ridda di voci e notizie che si rincorrono, l’ipotesi di un’Olimpiade ‘a porte chiuse’ è tutt’altro che distante. Finora, solo la Corea del Nord ha detto che non parteciperà a causa del Covid-19; un diniego che non sembra aver influenzato molti altri partecipanti. E il presidente del Cio Thomas Bach assicura: “Almeno il 75% dei residenti del villaggio olimpico è già stato vaccinato o ha pianificato di farlo prima delle Olimpiadi. Abbiamo buone ragioni per credere che questo tasso salirà ben oltre l’80%”. Se gli organizzatori annunciano misure rigorose per cercare di contenere il Covid-19, gli esperti di salute pubblica scuotono il capo e avvertono: i giochi potrebbero diventare un evento ‘superspreader’, con persone da tutto il mondo che portano infezioni da Covid-19 a Tokyo, e le riportano in giro con loro al ritorno. E mentre alcuni paesi (ricchi) iniziano a vedere i benefici delle vaccinazioni, in gran parte del mondo le cose non vanno altrettanto bene. Al punto da far apparire presuntuosa – e forse anche un po’ sconveniente – una celebrazione di così ampia portata nell’era della pandemia.

 

Il commento di

Axel Berkofsky, Co-Head ISPI Asia Centre

“Suga è già un primo ministro molto debole e l’annullamento dei Giochi Olimpici sarebbe senza dubbio il colpo definitivo per il suo governo, molto probabilmente di breve durata. Da quando è salito al potere nel settembre 2020 il primo ministro ha mantenuto un basso profilo e in sostanza si è limitato ad avallare iniziative impopolari come l’ordine di scaricare un milione di litri di acqua contaminata nell’Oceano Pacifico. Finora inoltre, meno del 2% della popolazione giapponese è stata vaccinato contro il Covid-19, il tasso di gran lunga più basso tra i paesi industrializzati. Suga ha dato il suo meglio, non abbastanza verrebbe da dire, per restare al timone della terza economia più grande del mondo. Ma senza risultati concreti da mostrare potrebbe, nel giro di pochi mesi, finire per vivere lo spirito e il motto olimpico sulla propria pelle: Partecipare è tutto”.

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A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications) 

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