5 Nov 2021

Etiopia: attacco alla capitale?

Il mondo in tasca

“Armatevi per l’Etiopia”

La crisi in Etiopia si aggrava di ora in ora. Da alcuni giorni i ribelli del Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Tplf) sembrerebbero alle porte di Addis Abeba. Una situazione tanto preoccupante che il premier Ahmed ha fatto appello alla popolazione della capitale perché si armi per difenderla.

Intanto, proprio oggi il Tplf ha formato un’alleanza con altri otto gruppi armati che si oppongono al governo centrale, tra i quali l’Esercito di liberazione Oromo, che proprio in queste ore sembra stare accogliendo centinaia di disertori dall’esercito etiope ufficiale. Ahmed e il governo civile hanno le ore contate?

 

Stato d’emergenza

A un anno esatto dall’inizio delle ostilità in Etiopia, il primo ministro ha dichiarato lo stato d’emergenza che gli conferisce poteri draconiani. Eppure, il conflitto sembrava potersi concludere con un intervento “lampo”, tanto che Ahmed aveva definito concluse le operazioni militari dopo appena 25 giorni.

Invece la guerra è proseguita e, anzi, si è allargata, con la riorganizzazione della resistenza dei ribelli tigrini e il brutale intervento dell’Eritrea, che ha cercato di schiacciare nel sangue la ribellione. Ad oggi si contano almeno 9.000 morti, quasi 3 milioni di sfollati e almeno 400.000 persone nella fame estrema. E pensare che Ahmed avrebbe voluto trasformare l'Etiopia in un caso esemplare di stabilizzazione politica e transizione verso la democrazia in Africa.

 

Dilemmi et(n)ici

Dopo aver chiamato alle armi la propria popolazione, Ahmed si è rivolto ai ribelli: “Vi seppelliremo con il nostro sangue”. Non proprio quello che ci si sarebbe aspettati dal premio Nobel per la Pace 2019, tanto che Facebook ha cancellato il suo post per contenuti violenti. Come se non bastasse, ormai da mesi, vengono denunciati crimini di guerra delle forze governative etiopi ed eritree, tra loro alleate.

Ma anche i ribelli tigrini, secondo un recente rapporto Onu, avrebbero commesso gravi violazioni del diritto di guerra e crimini contro l’umanità. Non ultimo il massacro di 120 civili in un villaggio dell’Amhara lo scorso settembre.

Se anche il governo etiope dovesse cadere, cesseranno le violenze?

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