16 Feb 2022

Speciale Russia-Ucraina: Putin-Biden 1-1?

Il mondo in tasca

Mi ritiro (o no) 

“Abbiamo distrutto e umiliato l’Occidente senza sparare un singolo colpo”. Queste le parole di Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli esteri russo nel giorno in cui il Cremlino segnalava l'inizio del ritiro (al momento parziale, e secondo alcune fonti persino inesistente) di truppe e mezzi schierati al confine con l’Ucraina. Un messaggio chiaro, rivolto tanto agli avversari quanto all'opinione pubblica nazionale: la Russia ha vinto. 

In realtà, a tirare le somme oggi, la sfida tra “grandi potenze” potrebbe concludersi in pareggio. Sono l’Ucraina e, in parte, il resto del mondo a uscirne con le ossa rotte. 

 

Molto rumore per nulla 

Al Cremlino sanno che alzare il livello dello scontro è rischioso, perché può costringere a fare altre mosse pur di non apparire deboli. Ma vale anche l’opposto: permette di segnalare malcontento senza necessariamente fare l’ultimo passo nel baratro. In questo senso, quella di mostrare apertamente i movimenti di truppe russe al confine con l’Ucraina è quasi certamente stata una scelta voluta. 

Quasi altrettanto certamente, però, Putin non si aspettava che Washington stesse al gioco e tentasse addirittura di anticiparlo, rivelando non solo i possibili piani di attacco russi ma anche i tentativi di destabilizzazione (da colpi di stato a pretesti per creare un casus belli). 

In un clima ancora incerto (sia sulla possibile garanzia che l’Ucraina non entri nella NATO, sia sulla concessione di maggiore autonomia al Donbass) due cose sono certe: Putin ha dimostrato di non poter essere ignorato, ma la posizione occidentale non si è (ancora) spostata di un millimetro. 

 

Guarda come gongolo 

Per il momento, alla Casa Bianca hanno diritto a gongolare. Biden non ha ceduto alle richieste di Putin, eppure i soldati russi non hanno valicato il confine. Una battaglia vinta, ma la “guerra” continua a casa, dove Biden non è ancora riuscito a far approvare dal Congresso il pacchetto di sanzioni contro Mosca. 

Intanto in Ucraina si festeggia il giorno dell’unità nazionale. Una trovata del governo per cercare di risollevare il morale di una nazione di fatto ancora stretta d'assedio, alle prese con svalutazione monetaria (-8% da inizio crisi) e fughe di capitali. Non è finita neanche per il mondo, con il petrolio vicino ai 100 dollari al barile e i mercati col fiato sospeso a ogni dichiarazione. 

Per quanto ancora potrà durare? 

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