Economia

Il coronavirus fa deragliare le stime di crescita: l'Ocse le taglia di mezzo punto, Italia ferma

(reuters)
L'Organizzazione parigina: "Il più grande pericolo dalla crisi finanziaria". Il Pil globale crescerà del 2,4%, dal 2,9% stimato a novembre. Ma se l'epidemia dovesse rivelarsi più lunga e potente, la crescita si dimezzerebbe all'1,5 per cento
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MILANO - L'economia globale in stabilizzazione, la fiducia in ripresa grazie soprattutto alla distensione commerciale tra Cina e Stati Uniti. Cartoline di inizio anno, che sembrano oggi lontane una vita: il coronavirus deflagrato nella seconda economia mondiale, quella cinese, e diffuso al globo intero, ha portato l'Ocse a tagliare di mezzo punto percentuale le stime di espansione generali per il 2020. Per l'Italia si annuncia un anno a crescita zero.

Nel suo aggiornamento sulla siutazione economica globale, l'Organizzazione internazionale per lo sviluppo economico usa un titolo che lascia poco spazio alle interpretazioni, con buona pace di chi teme l'effetto-panico: "Coronavirus, l'economia mondiale a rischio". Gli economisti parigini annotano fin da subito che il Covid-19 ha già generato molte sofferenze, umane in primis, ma il contraccolpo economico è altrettanto chiaro. Soprattutto perché, a differenza di quel che avvenne a inizio millennio con la Sars, la Cina ha guadagnato un ruolo più che centrale nello scacchiere globale.
Il differente peso della Cina nello scacchiere economico mondiale, tra inizio Millennio e oggi 
Lo scenario di base dell'Ocse prevede che l'epidemia abbia toccato il suo picco in Cina nel corso del primo trimestre del 2020 e che gli sviluppi negli altri Paesi - tra i quali vengono citati i casi di Corea e Italia - siano "deboli e contenuti". Su queste basi, la crescita del Prodotto interno lordo globale dovrebbe attestarsi nel 2020 al 2,4%, un calo di mezzo punto rispetto al "già debole" 2,9% del 2019. Gli economisti, soltanto a novembre, si aspettavano di confermare quel 2,9% ma ora sono stati costretti a rifare i calcoli. Per il 2021, invece, la crescita è prevista al 3,3% con un miglioramento di 0,3 punti.

Ovviamente le stime cinesi subiscono la sforbiciata peggiore, con una crescita prevista al di sotto del 5% quest'anno per poi risalire oltre il 6% nel 2021.

Per quel che riguarda l'Italia, la previsione è di stagnazione per il 2020 (-0,4 punti rispetto a novembre, mentre l'Eurozona nel complesso subisce un taglio di 0,3 punti al +0,8%) e di modesta espansione allo 0,5% confermata per il 2021. Numeri ancora ottimistici, se si considera che in queste ore la banca d'affari americana Goldman Sachs - scontando "un impatto significativamente più grande e più prolungato dall'epidemia globale di coronavirus sull'Europa" - ha fatto calare la scure sulla prospettiva per il Pil tricolore con un calo dello 0,8% nel 2020 (da +0,2% pre-virus) seguito da un rimbalzo a +1,2% nel 2021 (da 0,7%).

Restando all'Ocse, "l'impatto negativo su fiducia, mercati finanziari, turismo e i problemi generati alle supply chain", le catene globali delle forniture, "spiegano la revisione al ribasso delle stime in tutte le economie del G20, in particolare quelle strettamente connesse con la Cina, come Giappone, Corea e Australia".

Il tutto, per altro, partendo da uno scenario tutto sommato ottimistico, dei due che si prospettano nel documento degli economisti. Per l'Ocse, il coronavirus è "il più grande pericolo" dai tempi della crisi finanziaria ed espone l'economia mondiale "ed una minaccia senza precedenti". E se le cose volgessero al peggio, il contraccolpo sarebbe ancor più forte: "Uno sviluppo del virus di maggior durata e intensità, con una larga diffusione nelle regioni dell'Asia-Pacifico, dell'Europa e del Nord America, indebolirebbe ulteriormente le prospettive in maniera considerevole - avvertono gli economisti - In questo caso, la crescita globale potrebbe precipitare all'1,5% nel 2020, alla metà di quel che prevedevamo prima dell'esplosione del virus".

A fronte di questa situazione, l'interim outlook dell'Ocse avverte: "I governi devono agire rapidamente e con forza per superare il coronavirus e il suo impatto economico". L'invito è ad "agire multilateralmente" per rafforzare i sistemi sanitari, ripristinare la fiducia e la domanda e limitare gli effetti negativa sulle catene di approvvigionamenti. Secondo l'organizzazione di Parigi "i governi devono garantire misure di sanità pubblica efficaci e dotate di risorse adeguate per prevenire il contagio e attuare politiche ben mirate a sostegno dei sistemi e dei lavoratori sanitari e per proteggere i redditi dei gruppi sociali e delle imprese più vulnerabili".