Esteri

Coronavirus, l'Ue si prepara a chiudere l'area Schengen, stop agli ingressi da Paesi terzi per 30 giorni

Confine Germania-Francia, Saarbruecken (reuters)
L'annuncio di Ursula von der Leyen al termine della videoconferenza con i leader del G7: "Restrizione dei viaggi non essenziali". Eccezioni per gli europei che rientrano e per medici impegnati nella ricerca sul Covid19. Domani video-summit dei 27 capi di Stato e di governo. Intanto sono otto i Paesi che hanno chiuso le frontiere, ultima la Spagna. Speranza, ministro della Salute: "I più importanti Paesi europei stanno adottando le stesse misure che l'Italia ha già varato"
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BRUXELLES - L'Europa si blinda, si chiude al mondo e sbarra i suoi confini esterni: per trenta giorni nessuno potrà più entrare nel nostro continente dai paesi extra-Schengen. Lo annuncia da Bruxelles la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine della videoconferenza tra i leader del G7. "Con i governi europei abbiamo deciso una restrizione temporanea dei viaggi non essenziali nell'Unione. Lo facciamo per non far ulteriormente diffondere il virus dentro e fuori il continente e per non avere potenziali ulteriori pazienti che pesano sul sistema sanitario Ue". Eccezioni per gli europei che rientrano nella Ue e per medici e scienziati che portano avanti la ricerca contro il Covid-19.
 
Il provvedimento è arrivato dopo ore febbrili di contatti tra i quali, in mattinata, una telefonata tra von der Leyen, Angela Merkel ed Emmanuel Macron alla quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Al termine dei colloqui è stato convocato un summit in collegamento video tra i ventisette capi di stato e di governo per domani.
 
Con la chiusura dei confini esterni si cerca anche di salvare Schengen, ovvero di evitare che i singoli governi continuino a chiudere le frontiere interne all'Unione. "Il coronavirus è diffuso già in tutti i paesi quindi la chiusura dei confini tra i nostri paesi non è il modo migliore per bloccarlo", afferma il portavoce capo della Commissione europea, Eric Mamer.

La chiusura dei confini interni intreccia le due grandi emergenze del momento, quella sanitaria e quella economica. Come traspare dalle parole dei responsabili di Bruxelles: "La libera circolazione delle merci è cruciale per le forniture alimentari, di medicinali e di protezioni. Inoltre evita gravi interruzioni delle catene di approvvigionamento", il cui stop danneggerebbe ulteriormente l'economia. Al momento sono otto i paesi che hanno notificato alla Ue misure sulle frontiere: Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Germania e Spagna. Proprio la decisione di Berlino di chiudere la maggior parte delle frontiere ha dato un'accelerazione al processo decisionale Ue.
 
Ecco allora che per non trasformare l'Europa in uno spezzatino e per dare una risposta politica a Donald Trump che la scorsa settimana ha unilateralmente bloccato i voli da e per gli Usa, si combina la decisione estrema di blindare i confini esterni dagli arrivi extra-Schengen e intanto di salvare quelli interni. Per farlo Bruxelles ha presentato ai governi delle linee guida sperando così di armonizzare le varie decisioni nazionali. La Commissione non esclude verifiche sullo stato di salute ai confini tra soci dell'Unione, ma ricorda che non possono essere discriminati i cittadini in base alla nazionalità. Bruxelles soprattutto chiede "corsie preferenziali" per il passaggio di medicine e cibo e ricorda che non sono necessarie certificazioni "Covid free" per le merci.
 
C'è poi il capitolo economico, con Bruxelles che dà già per certa una recessione della zona euro. Ecco allora che è in corso un Eurogruppo tra i ministri delle Finanze in collegamento video. "Il contenimento forzato sta portando le nostre economie ai tempi di guerra", il pesante allarme del suo presidente, il portoghese Mario Centeno. I ministri approveranno le drastiche misure proposte dalla Commissione venerdì scorso: sospensione del Patto di stabilità e delle regole sugli aiuti di Stato con possibilità per i governi di spendere ben oltre il 3% del deficit per sostenere i sistemi sanitari e contenere i danni del virus sulla società e sull'economia. Italia, Francia e Commissione spingeranno sui nordici, che hanno dovuto accettare la fine (temporanea) dei vincoli di bilancio, per andare oltre e preparare un grande piano coordinato tra capitali da centinaia di miliardi per rilanciare l'economia.
 

SPERANZA: 'BENE IN EUROPA MISURE PIU' DURE, SOLLECITATO DA TEMPO' 

"I più importanti Paesi europei stanno adottando le stesse misure che l'Italia ha già varato". Lo scrive su Facebook il ministro della Salute, Roberto Speranza.  "Da tempo ho stimolato i miei colleghi a scelte più dure. Il virus non conosce confini. Siamo dinanzi alla più grande emergenza sanitaria globale degli ultimi anni. Nessun Paese può pensare di salvarsi da solo. Tutti insieme ce la faremo", aggiunge Speranza.